La storia delle ventiseienne palermitana Barbara Minacori, che oggi vive in Olanda: ha lasciato l’Italia per realizzare il suo sogno
Gesti, movimenti, intrecci. Il linguaggio del corpo, veicolo di emozioni, sentimenti, gioie, paure e incertezze del nostro vivere. La danza contemporanea traccia gli spazi e delinea nuove geometrie al centro delle quali l’essere umano vola libero. “E’ la più libera tra le arti. La danza contemporanea è la più vicina al linguaggio dei giovani – racconta Barbara Minacori, 26 anni, danzatrice di origine palermitana – peccato che il pubblico siciliano non sia così attento alle sue potenzialità e ai messaggi che vuole lanciare”. E’ rammaricata la giovane ballerina che a sedici anni ha fatto le valigie per intraprendere il suo percorso artistico. La ragazza, figlia di Nadia Genova, direttrice della scuola di danza palermitana Tersicore’s, dalla quale ha ereditato la passione per la danza, rimane convinta che la cultura siciliana sia distante dal ballo contemporaneo che, al contrario degli altri paesi europei, non è valorizzato per come meriterebbe.
“Sono sempre stata piuttosto determinata nelle mie scelte – dice – e sin da piccola ho capito che se avessi voluto fare danza contemporanea, Palermo non era la città giusta. Sicuramente mia madre è stata la mia prima maestra, con lei ho iniziato a studiare danza classica e contemporanea, ma più grandicella, insieme a mio fratello, ballerino classico, anche lui emigrato in Germania, abbiamo compreso che avremmo dovuto allargare i nostri confini”.
Così, dopo essere giunta a Firenze, al Balletto di Toscana diretto da Cristina Bozzolini, ha deciso di andare avanti e nel 2018 si è laureata come danzatrice professionista alla Codarts University of the arts di Rotterdam, in Olanda, dove tutt’ora vive. “Qui ho avuto la possibilità – racconta Barbara Minacori – di lavorare con Ji?í Kylián, Sade and Kristina Alleyne, Cayetano Soto,Ton Simons, coreografi di fama internazionale che mai avrei potuto conoscere se non fossi andata via da Palermo”.
Danzare a piedi nudi, vestire come si vuole, lasciarsi trasportare dal suono della musica elettronica (modular synthesizers) per scavare dentro, alla ricerca delle proprie emozioni “senza per forza – dice la ballerina – essere imbrigliati nel rigore imposto dalla danza classica dove anche i costumi richiamano alla severità anche se la danza contemporanea non è meno faticosa di altre discipline, e richiede molte ore di prove al giorno e una preparazione fisica estenuante”. I suoi punti di riferimento sono stati Hofesh Shechter, Akram Khan, Sidi Larbi Cherkaoui, Dimitris Papaioannou e Pina Bausch, la coreografa, ballerina e insegnante tedesca scomparsa nel 2009, simbolo di innovazione e sperimentalismo, grazie alla quale il confine tra danza e teatro con il tempo si è assottigliato sempre di più.
Dopo aver fatto parte della compagnia di Scapino Ballet di Rotterdam e della Dart Dance Company di Berlino, “si è messa in proprio” decidendo di diventare in Olanda una “freelance dancer”. “In questi anni – racconta Barbara Minacori – mi sono dedicata, insieme al mio compagno coreografo, a una ricerca artistica centralizzata su nuove forme e stili di danza contemporanea”. La ballerina è andata anche in Giappone, ospitata in una residenza per artisti dove è stato portato in scena uno spettacolo in stile “urban”. “ Uno stile – spiega Minacori – che va al di là del contemporaneo classico, “contaminato” dalle sonorità e dai passi “urban style”, che non dimentica la tecnica tradizionale”.
E’ passato un po’ di tempo da quando, ancora bambina, disse alla madre che come lavoro avrebbe voluto fare “la viaggiatrice”. Desiderio che si è in parte avverato, nonostante sogni di ritornare in Sicilia. “ Il mio sogno più grande – dice – è quello di creare a Palermo un programma di studio dedicato agli allievi delle scuole di danza contemporanea italiane e straniere. E poi mi piacerebbe fondare una compagnia di danza contemporanea regionale”.
Articolo di palermo.pubblica.it
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